Ernia iatale, i consigli del dottor Mozzi

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I consigli del dottor Piero Mozzi per chi soffre di ernia iatale

In generale, si parla di ernia ogni volta che un organo o un tessuto fuoriesce dalla cavità corporea che lo ospita. Nel caso dell’ernia iatale, una parte dello stomaco fuoriesce dall’addome e risale all’interno del torace attraverso un’apertura presente nel diaframma.

Quest’apertura è detta iato esofageo o iato diaframmatico. Si tratta di una valvola funziona come uno sfintere, quindi regola il passaggio di cibo. L’ernia iatale può indebolirla notevolmente, rendendo più facile la risalita di acidi nell’esofago.

Esistono principalmente due tipi di ernie iatali. La prima è detta ernia iatale da scivolamento, caratterizzata da un allargamento dello iato esofageo e dalla risalita di una porzione dello stomaco al di sopra del diaframma. Solitamente, per identificare questo tipo di ernia, lo stomaco dovrebbe risalire nel torace per un tratto lungo più di 2 cm.

La seconda è detta ernia iatale para-esofagea, molto più rara (circa il 5% dei casi). Questo tipo di ernia è caratterizzata da uno spostamento importante dello stomaco al di sopra del diaframma, che può arrivare addirittura ad affiancare l’esofago. A causa della posizione innaturale, lo stomaco può cambiare il suo orientamento ruotando attorno al proprio asse. Con il tempo, questo tipo di ernia iatale aumenta progressivamente. In questo caso è necessaria un’operazione per riportare la porzione di ernia in posizione normale.

I medici associano l’ernia iatale principalmente all’invecchiamento, in particolare ai movimenti di deglutizione che si ripetono nel corso degli anni. Questo processo favorirebbe la formazione di ernie. Oltre a questo, in alcuni pazienti può essere presente un difetto congenito che causa la debolezza dello iato esofageo.

Una conseguenza piuttosto comune dell’ernia iatale, specie nel caso di un’ernia abbastanza grande, è il reflusso gastroesofageo.

La diagnosi dell’ernia iatale è piuttosto facile, e avviene con una radiografia del tratto digerente superiore o con l’endoscopia. Nella maggior parte delle persone l’ernia iatale è asintomatica e non richiede pertanto trattamenti specifici. Altre volte è sufficiente adeguare l’alimentazione ed il proprio stile di vita alla malattia.

Se questo primo approccio dovesse fallire, il medico potrebbe prescrivere una terapia farmacologica di antiacidi e gastroprotettori.

Oggi esistono diversi princìpi attivi più o meno efficaci, che danno sollievo alleviando i sintomi, ma non curano direttamente la patologia. L’ernia iatale è infatti una malattia anatomica e quindi si può curare soltanto attraverso l’intervento chirurgico.

I consigli del dottor Mozzi per l’ernia iatale

Secondo il dottor Mozzi, con l’ernia iatale si può convivere bene a patto di attenersi a una corretta alimentazione. Il corpo umano ha la stupenda capacità di rigenerarsi, e questa capacità raggiunge il suo apice se mangiamo gli alimenti più adatti a noi.

Il glutine può essere un fattore che contribuisce all’aggravarsi dell’ernia iatale. È quindi preferibile evitare tutti i cereali che lo contengono, preferendo gli pseudocereali come la quinoa. Il dottore suggerisce inoltre di non bere troppi liquidi, in particolare se si è di gruppo 0, poiché si diluiscono i succhi gastrici e la digestione è compromessa.

Inoltre, il dottor Mozzi raccomanda di evitare assolutamente bevande gassate, chewing-gum, caramelle “senza zucchero” ed ogni tipo di edulcoranti.

Una prugna secca col nòcciolo può aiutare le persone di gruppo A e B a calmare le infiammazioni. Per il gruppo A è consigliabile anche eliminare pepe e peperoncino. Sono preferibili cannella e chiodi di garofano.

Le persone di gruppo AB possono contrastare le infiammazioni con l’aiuto delle noci.

Le persone di gruppo 0 dovrebbero evitare il caffè, i farinacei e il mais. Il dottore consiglia di evitare anche la frutta, o almeno limitarla solo al mattino. Attenzione inoltre al tè verde e al caffè di cicoria, che non dovrebbe essere troppo forte. È consigliabile mangiare zucca, verdure a foglia verde, carne. Inoltre, quando si consumano pseudocereali, sarebbe meglio bollirli bene perché siano ben morbidi, oppure ridurli a farina.

Al mattino, bere un bicchiere d’acqua tiepida.

Un altro accorgimento che il dottore raccomanda caldamente è ascoltare lo stomaco e tenere un diario alimentare, per controllare con quali alimenti il nostro organismo va più d’accordo.

Come aiuto per questa patologia, il dottor Mozzi consiglia anche le tinture madri di carciofo e camomilla romana.

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